Il dott. Pezzanera ci parla dell’Omeopatia
L’omeopatia è stata fondata da Christian Friedrich Samuel Hahnemann, medico tedesco, che studiò i preparati di tipo farmacologico, basati sul principio curativo di similitudine, e si propone di curare sintomi e malattie con rimedi omeopatici che rispettano il corpo, non eliminando il sintomo, ma bensì stimolando l’individuo a vincere la malattia.
Infatti, così nacque l’omeopatia, ovvero: la cura grazie a dosi infinitesimali, attraverso gli stessi principi attivi capaci di provocare la malattia di cui si soffre.
Hahnemman e il suo ingegno, fecero in modo di introdurre un nuovo modo di pensare per la medicina, scoprendo che più un farmaco è in grado di riprodurre in un individuo sano una malattia, tanto più è probabile che il soggetto, guarisca. È questo lo stesso principio usato per le vaccinazioni.
L’omeopatia è la più diffusa tra le medicine non convenzionali, tanto che oltre 10 milioni di italiani sono ricorsi almeno una volta ai rimedi omeopatici.
Quando la malattia si instaura inizia infatti un disequilibrio dell’energia vitale dal quale emergono i sintomi tipici della patologia. Questo disequilibrio può essere trattato con un intervento appropriato di natura omeopatica mirato a ottenere un riequilibrio delle caratteristiche patologiche e dell’energia vitale della persona.
Gli omeopati spendono molto tempo con il paziente, ricercando sia gli aspetti psicologici che quelli caratteriali ma dedicandosi soprattutto al dialogo con il malato. In questo modo l’omeopatia migliora il rapporto medico-paziente in maniera radicale, curando la dimensione umana della malattia.
“ La Medicina Omeopatica è un complesso e coerente sistema diagnostico e terapeutico, basato su una concezione peculiare della malattia che non può prescindere dalla centralità della conoscenza dell’individuo malato e da una corretta definizione della condizione di buona salute”.
Dobbiamo innanzitutto chiarire come l’omeopatia considera l’entità “Uomo”. L’essere umano in omeopatia non è considerato un insieme di organi e apparati in relazione organica tra di loro, ma un “sistema biologico” caratterizzato da un elevato grado di ordine che si mantiene senza l’intervento di alcun agente esterno. Condizione indispensabile affinché tale ordine interno si mantenga è che il sistema biologico possa dissipare tutta l’energia che produce attraverso i processi metabolici o attraverso quelli che prende dal mondo esterno (calore, cibo, emozioni, sentimenti ecc.).
Produzione e dissipazione di energia rappresentano due meccanismi intimamente connessi. Un ostacolo alla dissipazione di energia costituisce quindi la premessa alla malattia, costringendo l’organismo vivente ad aprire canali secondari esonerativi. Se ad esempio “blocchiamo” con pomate un’eruzione cutanea, l’organismo sposterà il suo tentativo di auto-depurazione su un altro organo emuntore (il polmone, ad esempio).
Da queste premesse possiamo considerare la malattia come un mezzo attraverso il quale un organismo vivente cerca di mantenere il suo ordine interno in condizioni ambientali avverse al fine di garantire la sopravvivenza del genere umano. Intendendo per energia vitale la materia “informata”, possiamo definire la malattia disarmonia dell’energia vitale.
La medicina ufficiale considera la malattia come entità a sé stante che interessa un organo, un apparato o una funzione limitata nel tempo e nello spazio (da ciò la suddivisione in malattie acute, subacute e croniche). La causa eziologica è quasi sempre ricercata nell’ambiente esterno (virus, batteri, pollini ecc.). La terapia è per la maggior parte codificata secondo il tipo di malattia e come tale “in serie” per tutti i pazienti (antinfiammatorio per l’infiammazione, antibiotico per l’infezione batterica e così via). Le malattie di organi, visceri e funzioni vengono poi suddivise in tante “specialità”, dando origine così alla “medicina dell’uomo disintegrato” dove, più che il malato, viene curata la malattia. Le principali indicazioni della medicina allopatica diventano di conseguenza le malattie acute e tra queste soprattutto quelle in cui la componente del dolore prevale.
L’omeopatia considera invece il sintomo non come un messaggio da sopprimere, ma da interpretare nel contesto del sistema uomo, quindi una malattia “dinamica” che tiene conto sia della parte fisica che di quella psicologica (il corpo è sempre lo specchio della mente!).
In questo contesto importanza fondamentale assume il concetto di “terreno”, in base al quale le cause esterne rappresentano solo un “fattore scatenante” della malattia. Secondo questo approccio, il “terreno” (ovvero la suscettibilità ad ammalarsi) rappresenta il disturbo da curare prima ancora che questo si manifesti organicamente. Nella cura omeopatica ogni paziente è una “individualità”: non esisterà quindi la cura per l’ulcera duodenale del Sig. X, ma la cura del Sig. X con la sua ulcera duodenale, sicuramente diversa da quella di un altro paziente che soffre della stessa malattia (Individualità terapeutica).
“POSSIAMO QUINDI DIRE CHE IN OMEOPATIA ESISTONO MALATI o INDIVIDUI E NON MALATTIE”
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